Il
sole è fondamentale per la nostra salute per diversi motivi: produzione della
vitamina D, riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca,
azione antidepressiva e potenziamento del sistema immunitario; a livello
cutaneo azione trofica sui tessuti (scambi cellulari, circolazione sanguigna e
ricambio cellulare), battericida e abbronzatura (meccanismo di difesa della
cute).
Per
contro il sole presenta alcuni effetti nocivi (acuti e cronici) causati da
eccessiva esposizione: eritema solare, fotoinvecchiamento,
fotosensibilizzazione, tumori cutanei, fotodermatosi, danni oculari.
Per
proteggerci dai raggi UV soprattutto quando ci esponiamo al sole, utilizziamo i
solari: prodotti cosmetici che contengono molecole, i filtri solari, in grado
di assorbire o schermare i raggi UV.
Filtri
solari sono presenti anche nelle creme da giorno e nei prodotti per l’hair
care.
Come
scegliere il giusto filtro solare?
Il
Regolamento 1223/09 sui cosmetici all’allegato VI, elenca i 27 filtri UV
autorizzati per legge nei prodotti cosmetici.
Queste
sostanze vengono spesso riviste dal Comitato Scientifico per la Sicurezza dei
Consumatori (SCCS) in merito alla loro sicurezza, fotostabilità, possibile
penetrazione cutanea e potere irritante.
Un
elenco completo dei filtri si trova in questo post. Dove parlo delle
caratteristiche dei filtri solari e di foto stabilità.
3-benzylidene
Camphor
Il
29 luglio 2015 è stato pubblicato il Regolamento 1298/2015 che modificato
l’allegato IV alla voce n.19.
È
vietato l’impiego del filtro solare 3-benzylidene
Camphor fino ad ora utilizzato nei cosmetici come filtro UV alla
concentrazione massima del 2%. Tale disposizione si applicherà a partire dal 18
febbraio 2016: da tale data non potranno più essere immessi sul mercato o messi
a disposizione del consumatore finale, i prodotti cosmetici contenenti 3-benzylidene Camphor e dovranno essere
ritirati dal mercato tutti i prodotti contenenti tale sostanza.
4-methylbenzylidene
Camphor (4-MBC)
Attenzione
anche a questo filtro solare che si trova alla voce n.18 dell’allegato IV sui
filtri solari autorizzati (concentrazione massima ammessa 4%).
Alcuni
studi in vitro ed in vivo suggeriscono che questa sostanza possa penetrare
all’interno, bypassando l’epidermide, e causare effetti distruttivi sul sistema
endocrino. Per minimizzare la penetrazione cutanea di questo filtro UV è stato
proposto di incapsularlo all’interno di microsfere. È stato pertanto condotto
uno studio (Monti D:, Chetoni P.,
Burgalassi S:, et al. Int. J. Cosmet. Scie. 2015, 37:298-305) per valutare
la penetrazione cutanea e la distribuzione attraverso e all’interno di
un’epidermide ricostituita (Skinethic) di un’emulsione O/A contenente il 4-MBC
sia in forma libera che incapsulata in microsfere polimeriche. I risultati
evidenziano la validità delle microsfere nella formulazione di prodotti solari
in quanto in grado di minimizzare l’assorbimento sistemico e i potenziali
rischi tossicologici associati, mantenendo i filtri solari in superficie dove
devono svolgere la loro funzione protettiva.
Gadusol: filtro
solare naturale
Alcuni
batteri, alghe, funghi e invertebrati marini producono delle sostanze che
proteggono dai raggi UV: si tratta di aminoacidi micosporinasimili (MAA) e
sostanze antiossidanti dette gadusol.
Uno
studio della Oregon State University di Corvallis (USA) ha identificato
l’intero set di geni (pathway) responsabile della produzione del composto
UV-protettivo gadusol che viene prodotto da alcuni pesci; simili geni sono
stati trovati anche in anfibi, rettili e uccelli.
I
ricercatori hanno dimostrato che lieviti S.
cerevisiae ingegnerizzati contenenti geni di zebrafish riescono a produrre
e secernere gadusol.
Si
apre quindi la possibilità di produrre questo filtro solare naturale tramite biotecnologie.
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