Un gruppo di ricerca internazionale ha
messo a punto delle mappe 3D della
pelle per evidenziare la connessione tra cute – specie batteriche – sostanze chimiche persistenti.
pelle per evidenziare la connessione tra cute – specie batteriche – sostanze chimiche persistenti.
Il gruppo di ricerca era composto da
ricercatori provenienti dall’università della California, da Brigham and
Women’s Hospital di Boston, dall’università del Colorado, da Aarhus in
Danimarca e Breen in Germania.
Per la prima volta è stato sviluppato un
metodo che permette di visualizzare la composizione chimica della cute e la sua
composizione microbica, in particolare è stato studiato lo strato corneo (strato
più esterno dell’epidermide) formato da lamelle cornee (corneociti) di forma
appiattita, disidratate e ricche di cheratina.
Il team ha analizzato la pelle di due
soggetti volontari sani, un uomo ed una donna, e per ciascuno sono stati
raccolti circa 400 campioni da differenti siti della metà longitudinale del
corpo. I due volontari si sono astenuti dalle pratiche igieniche per 3 giorni:
non dovevano usare prodotti detergenti, creme e deodoranti.
I campioni successivamente raccolti, sono
stati analizzati mediante cromatografia liquida ad alta prestazione e mediante
spettrometria per identificare metaboliti vari e proteine; per identificare le
specie batteriche i campioni sono stati sottoposti ad analisi di sequenziamento
del DNA ribosomale microbico. Successivamente con il software MATLAB sono stati
utilizzati i dati per costruire i modelli topografici 3D che illustrassero le molecole
chimiche presenti e le specie microbiche.
DATI EMERSI
- L’80% delle
molecole presenti sullo strato corneo non è ancora identificabile
- L’8% delle
sostanze corrisponde a ingredienti cosmetici
- Lo 0,5%
corrisponde a lamelle cornee e a tessuti di natura umana
- L’1%
corrisponde a specie batteriche
PERMANENZA DI COSMETICI SULLA PELLE
Dai dati si evidenzia il fatto che gli
ingredienti dei cosmetici persistono sullo strato corneo in modo duraturo,
soprattutto considerando il fatto che i volontari si sono astenuti dalle
pratiche igieniche per 3 giorni antecedenti al campionamento.
Le nostre pratiche cosmetiche quotidiane
lasciano tracce molecolari sulla pelle.
Le sostanze ritrovate sono:
- C12
lauryl ether sulfate: tensioattivo conosciuto come
SLES (derivato per etossilazione dal SLS = dodecilsolfato di sodio) presenti
nei prodotti detergenti. Tale sostanza è stata riscontrata nel capo del
volontario maschile.
- Cocamidopropylbetaine:
tensioattivo anfotero presente nei prodotti detergenti. Tale sostanza è
stata ritrovata nel capo di entrambi i volontari.
- Avobenzone (Butyl Methoxydibenzoylmethane) ed Octocrylene: filtri solari chimici,
il primo per gli UVA ed il secondo per gli UVB. Sono stati riscontrati nel
volto e nel petto della volontaria donna. I filtri solari sono presenti
nelle creme protettive da giorno
- Propylene
glycol: i Glicoli sono sostanze ad azione
solvente, umettante e blandamente antimicrobica. La sostanza, il Propylene
glycol, è stata trovata nell’ascella del soggetto volontario femminile.
CONCLUSIONI
Con le mappe 3D è possibile ricostruire il
comportamento “cosmetico” di un individuo: sulla pelle restano ancorate alcune
molecole che possono influenzare la comunità microbica dell’epidermide.
Ricordiamo che la microflora cutanea
(costituita principalmente da Gram + saprofiti) è fondamentale per la salute
della pelle in quanto ci aiuta a difenderci da microrganismi patogeni (Gram -)
che vorrebbero colonizzare la nostra cute. Un’alterazione di tale microflora
cutanea può portare a patologie.
È importante utilizzare cosmetici formulati
con ingredienti sempre più naturali, eudermici e nutrienti per la pelle.
Attenzione soprattutto per coloro che hanno
la pelle sensibile e reattiva!
Impariamo a leggere le etichette e
affidiamoci a enti certificatori ecobio.
Per maggiori dettagli è possibile leggere l' ARTICOLO INTERO _ FULL TEXT
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