Esiste
un piccolo stato insulare nell’oceano Pacifico chiamato Palau, è formato da 250
isole di origine vulcanica e ci vivono circa 21 mila abitanti; fra le
attrattive naturalistiche, Palau vanta una meravigliosa barriera corallina.
Le
barriere coralline sono formazioni create dalla deposizione degli scheletri
calcarei dei coralli: l’habitat che vi si crea è unico al mondo e purtroppo è
ampiamente minacciato.
Fra
le sostanze che alterano il delicato equilibrio delle barriere vi sono i FILTRI
SOLARI che proteggono dai raggi UVA e UVB.
Dal
2020 nello stato di Palau sarà vietato
l’utilizzo delle creme solari contenenti due
filtri solari chimici: Oxybenzone (noto anche come Benzophenone-3) ed Ethylhexyl
methoxycinnamate (noto anche con il nome di Octyl methoxycinnamate); dal 2021 anche nell’isola di Bonaire nei
Caraibi; nella riserva Maya del Messico sono ammesse creme solari solo
biodegradabili.
Il
motivo?
Si tratta di sostanze chimiche che agiscono come interferenti
endocrini.
Da anni si discute sugli effetti avversi delle creme
solari sulle barriere coralline.
Uno
studio pubblicato il 20 ottobre del 2015 sulla rivista “Archives
of Environmental contamination and Toxycology” dal titolo “Toxicopathological Effects of the
Sunscreen UV Filter, Oxybenzone (Benzophenone-3), on Coral Planulae and
Cultured Primary Cells and Its Environmental Contamination in Hawaii and the
U.S. Virgin Islands” ha dimostrato che l’Oxybenzone altera il DNA dei coralli e si trova in
concentrazioni elevate nella barriera corallina delle Hawaii e dei Caraibi.
La
ricerca ha studiato gli effetti in vivo ed in vitro dell’Oxybenzone sulla forma
larvale (planula) del corallo Stylophora
pistillata e di altre sei specie di coralli.
Questo filtro solare altera il DNA: le planule hanno
mostrato un tasso crescente di sbiancamento all'aumentare delle concentrazioni
di Oxybenzone che risulta quindi essere una sostanza genotossica.
Inoltre
l'Oxybenzone si comporta da disgregatore endocrino scheletrico causando l'ossificazione
della planula, che si chiude in sé stessa e muore.
Il
fatto più importante e che basta una piccola quantità di Oxybenzone per causare
danni irreversibili: nelle Hawaii e nei Caraibi le concentrazioni son risultate
essere 12 volte superiori allo standard minimo di tossicità.
Nell’articolo
si legge infatti che “…oxybenzone
transformed planulae from a motile state to a deformed, sessile condition. Planulae
exhibited an increasing rate of coral bleaching in response to increasing
concentrations of oxybenzone. Oxybenzone is a genotoxicant to corals,
exhibiting a positive relationship between DNA-AP lesions and increasing
oxybenzone concentrations. Oxybenzone is a skeletal endocrine disruptor; it
induced ossification of the planula, encasing the entire planula in its own
skeleton …”.
L’articolo
integrale al seguente link
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